sabato 7 dicembre 2013

Ehi! Dico a te!

Ehi! Dico a te!
A te che passi il tempo nei social network, attendendo l'occasione per citare frasi, riportare pensieri altrui, inneggiare alla pace, all'amore, alla coscienza, all'amicizia, alla benevolenza… e tutto quanto. Addirittura a volte ne vai alla ricerca, di queste parole. Belle parole. Bravo.
Ma dopo averle… come si dice?… "postate", condivise con altri, bene, dopo averlo fatto ti senti migliore di prima? Sei proprio convinto che le tue azioni rispettino il significato che quelle parole custodiscono? Da domani avrai la memoria per ricordartene e la forza per profanare i mille templi dell'indifferenza che abiti ogni giorno?

Be', sta' tranquillo, sei in compagnia. Ci sono cascato anch'io. Non sono migliore di te.

Comunque in questi giorni ti sarai sbizzarrito in occasione della morte di Mandela.
Eccolo lì, Mandela, applaudito da folle oceaniche, sorridente sui palchi mentre parla della bellezza della musica e della danza. Che stringe la mano a Papi e capi di Stato, sempre con quel sorriso da affettuoso nonno. Che parla di libertà, di redenzione dal peccato, di democrazia di pace. Sono cose per le quali ha combattuto, e devi sapere che lo ha fatto anche con la lotta armata. Lottava contro l'apartheid. Ma queste cose le sai, ed hai anche bene in mente il suo sorriso, il suo sguardo mansueto, quello che riempie pagine di giornali e servizi televisivi.


Vorrei, però, che tu pensassi anche a suoi 27 anni passati in carcere. Immaginarlo che passeggia da solo nei pochi metri quadri a disposizione con un'espressione che è difficile immaginare sorridente. Tutti gli applausi che ha ricevuto, le canzoni che gli sono state dedicate, e tutte le sue frasi che circolano nel mondo – e che tu stesso ne fai uso, ora – bene, tutto questo ha avuto un prezzo che lui è stato disposto a pagare: 27 anni di carcere.

E tu? tu che hai riportato le sue parole, quanto del tuo tempo sei disposto a rinunciare, di quanto sacrificheresti il tuo spazio per batterti per tutte le mille ingiustizie che hai visto con i tuoi occhi, sentito con le tue orecchie? Perché non mi vorrai dire che non ti è mai capitato…

Allora, ti chiedo solo di fare più attenzione da domani, da adesso: fa' girare le parole che vuoi, ma falle davvero "tue".

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